Come tutti gli appassionati di cinema, da tempo, mi sono avvicinata al mitico gruppo Cinematti di Facebook, che raccoglie quasi 63.000 voci, e che è stato creato dal Cinematto numero 1: Nicola di Monte. Fruitore ed esperto di cinema, dove lavora da anni, divulgatore di notizie cinematografiche tramite il suo blog su Il Fatto Quotidiano, e moderatore di uno dei gruppi di maggior successo del web sull’argomento, Nicola si trova nella fantastica posizione di poter scoprire i veri gusti degli spettatori che incontra, personalmente o virtualmente, tutti i giorni.

Sono sicura che non vedete l’ora di cominciare questa chiacchierata per conoscerlo meglio, ma prima di iniziare Nicola ci tiene a salutarvi così…

Per introdurre ai miei lettori le persone che intervisto, di solito chiedo quali sono le esperienze che le hanno formate….ma a te non posso fare a meno di chiedere: quali sono i tre film che ti hanno segnato e ti hanno reso chi sei oggi?

Naturalmente sono tantissimi i film che ho amato, ma per definirmi preferisco selezionare tre film italiani.

Parto dal capolavoro del maestro De Sica, Miracolo a Milano che rappresenta il mio vero e proprio fidanzamento con il cinema. L’ho visto per la prima volta a circa 10 anni, in TV, e mi ha lasciato in subbuglio: sono rimasto folgorato dalla scena finale, e grandemente liberatoria, delle scope che volano. Infatti, non è un caso che abbia scelto una battuta di Miracolo a Milano per descrivermi sul blog che tengo su Il Fatto Quotidiano e nel video di apertura dell’intervista. Questa pellicola mi ha conquistato, prima di tutto, per la magia che trasmette e poi perché ci insegna che se vogliamo sognare dobbiamo lasciarci andare. Amo talmente tanto Miracolo a Milano che per il mio compleanno ho organizzato una festa per i miei amici con proiezione del film al Cinema Beltrade, poterlo vedere tutti insieme sul grande schermo è stato un meravoglioso regalo (n.d.r. se siete milanesi appassionati di cinema e non conoscete questa formula vi consiglio di informarvi).

Il secondo film di cui ti voglio parlare è una pellicola che ho rivisto recentemente: C’eravamo Tanto Amati di Ettore Scola. Mi ha segnato perché c’è dentro tutta la storia d’Italia, inclusi i fallimenti e le delusioni, ma anche tanto sentimento e tanta parte delle nostre passioni e dei nostri sogni. La particolarità che mi ha colpito di più di questa pellicola è che non esiste un’unica scena madre, ogni passaggio e sfaccettatura è assolutamente fondamentale. E non è solo perché Scola è un genio e gli attori che ha diretto sono dei veri giganti (Manfredi, Gassman, Sandrelli, Fabrizi, Giovanna Ralli), ma anche perché ci sono dialoghi, come quello finale tra Gassman e la Sandrelli (spesso nominato anche tra i post di Cinematti), che ti entrano sotto la pelle e sono rimasti nel sangue di una generazione intera.

Non posso lasciare fuori da una terna ideale una delle pellicole di Fellini di cui sono un grande appassionato. Le amo quasi tutte, ma ti voglio citare Amarcord perché adoro le sue ambientazioni di provincia, quei piccoli-grandi personaggi come la tabaccaia o Gradisca, che mi ha turbato i sensi fin da ragazzino, e le sue osterie che sono posti magici. 

Di sicuro, il gruppo di Facebook Cinematti che hai creato, è un vero posto magico “digitale”. Come ha avuto inizio questa avventura e quanta dedizione ci vuole per gestirlo e farlo crescere?

Appena nato Facebook, continuavo a chiedermi a che scopo dovessi farne parte. Il senso che ho trovato a questa piattaforma straordinaria è stato quello di creare uno spazio per noi, i grandi amanti di cinema. Fin dall’inizio, però non è stato improntato come un gruppo serio per soli intellettuali,  ma come un luogo sicuro e popolare dove chiunque potesse esprimere la propria opinione. Perciò ho scelto il nome Cinematti che ha, evidentemente, una connotazione leggera.

Dopo 8 anni di attività abbiamo raggiunto il ragguardevole numero di quasi 63.000 membri e ci vuole davvero molta attenzione nello scrutinio dei post e nella gestione dei commenti. Infatti, ci sono circa 10 amministratori che controllano in ogni momento che i nostri Cinematti non finiscano per insultarsi a vincenda, cosa che non tolleriamo assolutamente. Chiunque può fare un commento negativo su un film che non è piaciuto, ma non accettiamo che i membri si attacchino verbalmente tra di loro.

Anche perché molti di noi non sono più solo delle conoscenze virtuali. Abbiamo cominciato quasi subito ad incontrarci ed ad organizzare feste in vero stile Cinematti (la prossima si terrà a Milano in autunno). Io stesso, ho girato l’Italia intera per conoscere i Cinematti di persona in raduni a Roma, Genova, Aosta, a Palermo e in Puglia. Considero un grande successo la nostra crescita e sono orgoglioso che siamo riusciti a dare un taglio personale al nostro gruppo.

Ho saputo che sono nati degli amori nel gruppo, ma sono curiosa: sono nati anche dei progetti?

Galeotte sono state le feste dei Cinematti :)) dove sono nate delle belle amicizie e, certo, anche degli amori facilitati dalla certezza di avere già una forte affinità e una passione in comune.

Ti confido che c’è un progetto molto importante che riguarda i Cinematti, ma per scaramanzia preferisco non svelare nulla prima che prenda il volo. Però ti posso dire che abbiamo intenzione di riproporre una iniziativa che lega il cinema al cibo, ovvero i cinemattarelli della domenica: chiederemo l’ultimo giorno della settimana a tutti i cinematti che intendono partecipare di proporre una ricetta (anche originale) legata ad un film, alla scena di in film o anche semplicemente ad una attore o regista…nei mesi scorsi un test in questo senso ha raccolto molto gradimento. (n.d.r. e io non vedo l’ora di partecipare!)

Parlaci del blog di cinema che scrivi per Il Fatto Quotidiano. 

E’ uno spazio attraverso il quale preferisco essere un divulgatore dell’idea del cinema piuttosto che un recensore di pellicole. Io voglio essere colui che segnala l’esistenza di piccoli festival di cui non si trova traccia sui grandi giornali, racconta le storie delle persone che vivono il cinema, come quella signora che viene ogni giorno a vedere lo stesso film perché si dimentica di averlo già visto, intervista personaggi che ritiene veramente affascinanti.

Inoltre, seguo quello che succede all’interno del gruppo Cinematti che è una vera e propria cartina al tornasole degli umori del pubblico. Ci tengo a sottolineare, infatti, che Cinematti è di un’importanza estrema per capire che pellicole stiano funzionando al cinema (n.d.r. udite, udite case di Distribuzione!). Ti porto come esempio il periodico sondaggio che faccio partire nel gruppo per scegliere il miglior film dell’anno passato e al quale partecipano sempre numerosi membri. Nel 2016 non è stato citato neanche un film italiano, mentre ha vinto Animali Notturni di Tom Ford di poche lunghezze su La La Land di Damien Chazelle. Questo risultato dimostra che in Italia, non si è ritrovata la cifra stilistica per appassionare gli spettatori, a differenza del 2015 dove ci siamo subito accorti che il film Lo Chiamavano Jeeg Robot avrebbe avuto molto successo e, difatti, si è aggiudicato il primo posto davanti a “piazzamenti” italiani di tutto rispetto come La Pazza Gioia e Perfetti Sconosciuti.

Visto che grazie a Cinematti, al tuo blog e al tuo lavoro conosci ogni singola uscita cinematografica pensi che attualmente il cinema manchi di idee o che semplicemente manchi di distribuire quelle buone nel modo giusto? 

Indubbiamente, le case di distribuzione propongono ai cinema dei pacchetti di film sui quali puntano di più lasciando poco spazio alle altre proposte. In questo periodo dell’anno, per esempio, si da’ per scontato che i ragazzi a casa da scuola vogliano vedere solo blockbuster annunciati come Spiderman, i Transformers, i Pirati dei Caraibi o Wonder Woman. In realtà, ti posso assicurare che anche loro si sono stufati di questi action movie. La mia sensazione è che il cinema, italiano o internazionale, vada male perché i produttori si appoggiano sulle solite trame con i soliti interpreti diretti dai soliti grandi nomi che sentono il bisogno di girare film anche senza una vera ispirazione.

Come se non bastasse, la televisione ha sicuramente fatto la sua parte, saccheggiando il cinema e proponendo “film” seriali di moltissime ore con attori straordinari e diretti da registi importanti.  Ma è una colpa o un merito? Pensa a The Young Pope di Sorrentino e al seguito che ha avuto! Perciò è naturale che sia scoppiata la polemica a Cannes: c’è chi non accetta che siano creati prodotti cinematografici per piattaforme TV. Anche io, ti confesso, continuo ad amare il grande schermo e a ritenerlo impareggiabile, però, per esperienza, so che bisogna lasciare il tempo alle nuove realtà di prendere piede o di sparire da sole, come è successo con il 3D.

Tu hai mai scritto soggetti o sceneggiature per il cinema? 

Non ho mai scritto nulla per il cinema perché non credo di esserne capace, però mi piacerebbe tantissimo lavorare in una radio dove posso parlare di cinema.

Curiosità: quale è il film che hai guardato più volte nella tua vita?

Parliamo un po’ anche di cucina: c’è un ricordo della tua infanzia che lega cibo e cinema?

Il film della mia infanzia che mi ricorda cinema e cibo è Miseria e Nobiltà di Totò con la famosa scena degli spaghetti. Totò è un altro mostro sacro che non smetterei mai di guardare perché adoro la commedia e al cinema preferisco di gran lunga divertirmi che rattristarmi!

…altre scene cine-gastronomiche che ti stuzzicano e che non ti puoi togliere dalla testa?

Me ne vengono in mente alcune che rappresentano momenti fondamentali della storia cinematografica: prima di tutto, Alberto Sordi in Un Americano a Roma che sfida il maccarone al grido di “io me te magno”, poi la scena di Quei Bravi Ragazzi quando si preparano il sugo in carcere, un piccolo mondo in cui sono ancora i padroni. In più, ho amato tantissimo il film di animazione Ratatouille e in particolare la sequenza nella quale il critico assaggia il piatto preparatogli dal piccolo ratto e torna di colpo bambino.

In ultimo, visto che le cozze sono il mio piatto preferito, non posso non citare una delle scene che mi ha fatto più ridere negli ultimi anni, quella delle “cozze integraliste” in Che Bella Giornata di Checco Zalone …che Cinematto che è lui!

4 commenti
  1. Cassiopea
    Cassiopea dice:

    Tutto molto idilliaco quasi spirituale l’amore che in quel gruppo viene profuso, bello, se tutto questo fosse vero, purtroppo ahimè questa è una delle tante occasioni per divulgare perse dalla rete e dai social. Ad ogni uscita di un nuovo film, viene creato ad hoc una specie di gioco al massacro tra i componenti e gli amministratori, che sono veri e propri censori del pensiero altrui, se si fa un calcono approssimativo sono molti se non a pari numero i bannati e bloccati, e non perchè questi siano persone che insultano il prorio interlocutore. Gioco al massacrato molto spesso alimentato dagli stessi amministratori, che partono con il denigrare e deleggittimare il parere altrui, gioco partito con La Grande Bellezza di Sorrentino e approdato a La La Land. Mi auguro che questo commento non venga censurato. Nato da un obiettiva critica ci tengo a specificarlo , e non ad una voglia di denigrare a prescindere. Questo tipo di divulgazione non ha niente a che vedere con la cinefilia e con l’amore verso il cinema, ma è solo puro marketing online.

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    • elenamariamanzini
      elenamariamanzini dice:

      Mi spiace che tu abbia avuto questa sensazione visitando il gruppo, la mia è stata assolutamente l’opposto e per questo continuo a farne parte e ho scelto di intervistare il suo fondatore. Spero che rivedrai la tua posizione, ma rispetto il tuo punto di vista quindi lungi da me censurare il tuo commento. A presto. Elena

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  2. Susanna
    Susanna dice:

    Grande Nicola!!! Cesare Zavattini, ti racconto questo aneddoto, era golosissimo di gelati della pasticceri “I tre scalini” a piazza Navona, però dato che non gli facevano bene, la moglie controllava che nessuno lo inducesse in tentazione, mio padre erano amici, si nascondeva il tartufo nella tasca dei pantaloni e, passato il controllo “no gelati” della moglie correva nello studio di Cesare “Sbrigati… gli diceva… che qua mi si gela tutta la attrezzatura!”

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