Terzo remake in pochi anni del bestseller di Herman Koch, il film The Dinner con Richard Gere in uscita al cinema, lascia un tale amaro in bocca da far venire voglia di chiedere il conto dopo l’antipasto!
Non nascondo di essermi fiondata al cinema per vedere l’anteprima di questa pellicola con grandissime aspettative da appassionata di Food and the Movies: potrò sperimentare meravigliose ed elaborate ricette… mi sono detta, e allo stesso tempo approfondire un tema molto importante e di grande attualità come l’insensata e inspiegabile violenza giovanile. Inoltre, ero veramente curiosa di vedere all’opera in una trama tutta dialoghi e tensione attori del calibro di Steve Coogan, Laura Linney, Rebecca Hall e Richard Gere che negli anni ha sempre più dimostrato capacità recitative intense e sfaccettate.
La pellicola aveva tutte le carte in regola per essere paragonata ad un’ottima cena in un ristorante con una stella Michelin ed ecco dove mi sbagliavo…
ANTIPASTO
Il regista e sceneggiatore di origine israeliana Oren Moverman, affida i titoli di apertura ad una carrellata di immagini food così patinate da fare invidia alla Cucina Italiana, piatti ricercati, impiantati con maestria sopraffina e serviti con grande maestria poi ci catapulta in una festa dove un gruppo di adolescenti fanno ciò che ci si aspetta da loro: bevono, giocano ai videogiochi, si sbaciucchiano, ascoltano musica troppo alta e vengono mandati a casa dalla polizia..
Lasciati i giovani in peregrinazioni notturne, improvvisamente, ci troviamo nella mente di Paul Lohman (l’attore britannico Steve Coogan) che si trascina per casa ripetendosi un mantra alquanto sibillino e lottando con la bella moglie Claire per non partecipare alla cena di gran classe che hanno in agenda per la serata. “Vermi”…”Scimmie” continua a ripetere, “Perché cenare con loro?”. Perché il ristorante che è stato prenotato è uno dei più ambiti della città…e perché si tratta dei ragazzi…ecco il tema fondamentale della cena: nel corso di quelle peregrinazioni notturne loro figlio Michael insieme al cugino Richard hanno fatto qualche cosa che deve essere risolta nel corso di un incontro tra adulti in un sofisticato ed affollato locale pubblico.
Paul si lamenta, si impunta, si nasconde, ma si lascia trascinare alla cena ed ecco appaiono, in ritardo, circondati da un codazzo di assistenti il fratello di Paul, Stan (Richard Gere) e Katelyn (Rebecca Hall). Subito la divisione delle parti è molto chiara Paul è il complessato, arrabbiato con la vita e vagamente fuori di testa fratello minore e Stan il danaroso, affascinante e politico di successo fratello maggiore, tanto di successo da essere in gara per la poltrona di governatore dello Stato. Il rapporto tra i due fratelli e l’ambientazione del ristorante super chic, con schiere di camerieri servizievoli e un maitre di sala solerte nel dare lunghe ed elaborate spiegazioni di ogni piatto, ci portano fuori strada, anche perché praticamente ogni 5 minuti qualcuno dei protagonisti seduto al tavolo si alza e abbandona i commensali.
L’antipasto viene servito tra le scaramucce verbali e io mi chiedo: “Non dovevano parlare dei loro figli?”, ma soprattutto comincio a domandarmi “Devo aspettare la portata principale?”
PORTATA PRINCIPALE
Avrei fatto meglio ad alzarmi….Perché il peggio deve ancora venire.
A differenza di quello che avrebbe dovuto fare per dare uno spessore di importanza sociale alla trama ricalcando la scelta dell’autore del libro, la sceneggiatura di Moverman si contorce, confonde, annoia e a tratti infastidisce. I flashback annunciano il gravissimo atto di violenza che i giovanissimi figli delle due coppie hanno compiuto senza il minimo sentore di pentimento e di preoccupazione etica o morale, ma il loro genitori a tavola sono persi in un labirinto di virtuosismi attoriali inutili e senza scopo perché nulla hanno a che fare con il crimine commesso.
La ventilata malattia mentale di Paul prende il sopravvento, il perbenismo del solo apparentemente votato al successo Stan non riesce a scalfire l’egoismo della moglie Katelyn e corazza di madre chioccia con il paraocchi di Claire.
FORMAGGI
E mentre il povero maitre tenta di decantare le eccezionali qualità di una selezione di formaggi sopraffina, l’interazione tra i protagonisti comincia a puzzare di stantio. Già visto, già sentito: occasione sprecata per il regista di concentrarsi sulla parte della trama che veramente importa e non sulla sua aspirazione di girare un film d’essai (o spingere al massimo l’antipatia di Steve Coogan).
Ciò che veramente importa è capire il perché!
Perché due giovani di buona famiglia, adorati dai propri genitori, con un bel gruppo di amici, soldi a disposizione e un futuro brillante arrivano ad attaccare verbalmente e fisicamente una senza tetto?
Perché quando “senza volere” le danno fuoco e ne provocano la morte si mettono a filmare con cellulare e ridacchiano invece di chiamare i soccorsi e cercare di aiutarla?
Perché, quando la passano liscia, il primo istinto del terzo ragazzo che si trovava con loro ma non ha partecipato al linciaggio è quello di ricattarli?
DOLCE
Tutto acido l’approccio registico, così come tutte sbagliate le motivazioni addotte dalle mamme per convincere e auto convincersi che i ragazzi non devono essere denunciati, ma aiutati all’interno della famiglia, in modo che il loro futuro non ne venga compromesso. A questo punto del film, non si riesce neanche più a pensare di chi si sia la colpa…dei genitori…della società… dei social media..dei film violenti…della scuola…Chi se ne frega: si vuole solo che smettano di blaterare e che tutto finisca al più presto.
Nemmeno il dolce più elegante e di moda del momento attira più. Infatti, nessuno tocca la Chocolate Ball di cioccolato bianco ripiena di una torta al mango e che si scioglie con una salsa as whisky…
“Aspetta! Non dovevi parlarci anche di cibo?” vi sento borbottare, “soprattutto per un film intitolato The Dinner e ambientato in un ristorante di tendenza”. Vi chiedo scusa, ma la sottotrama del food era talmente soffocata dall’ingombrante sovrastruttura che le si appoggiava addosso che ne è stata annientata.
Meglio prendere un DIGESTIVO, dimenticare questo film e sperare che nella vita reale non sentiremo più notizie di giovani che umiliano e bullizzano coetanei, che buttano in mare per gioco delle persone anziane causandone la morte o che prendono ad accettate i genitori senza mostrare rimorso.