E’ la seconda volta che ho il piacere di intervistare il regista milanese Max Croci. La prima è stata nel 2015, all’uscita del suo film d’esordio Poli Opposti, e adesso non vedo l’ora di sviscerare insieme a lui La verità, vi spiego, sull’amore, pellicola con Ambra Angiolini tratta dal blog/libro di grande successo di Enrica Tesio. Basato sulle vicissitudini sentimentali della scrittrice torinese, il film racconta uno spaccato di vita vissuta che molti di noi non vorrebbero sperimentare in prima persona, ovvero, la fine di un amore con dei figli di mezzo.
Dora e Davide sono una coppia, normale, borghese e innamorata, che mette al mondo due bei bambini. A pochi mesi dalla nascita della piccola Anna, Davide lascia Dora apparentemente senza spiegazioni e lei si fa volontariamente travolgere dallo stancante e ripetitivo trantran quotidiano per non fermarsi a pensare neanche un secondo alle motivazioni del suo lutto emotivo. Ma le domande, giuste o sbagliate che siano, portano sempre ad una risposta ed ogni risposta mostra una diversa sfaccettatura di questo agognato e temuto sentimento che ci tiene tutti in scacco…l’AMORE.
Scopriamo il punto di vista di Max.
Dall’uscita di Poli Opposti, ottobre 2015, sono trascorsi meno di due anni e hai già firmato la tua terza pellicola. Cosa hai imparato in questo tuo percorso cinematografico dalla reazione di pubblico e critica al tuo lavoro?
Ciò che da’ soddisfazione ad un regista, soprattutto quando si cimenta con la commedia, è la reazione spontanea e divertita del pubblico. In questi anni, mi sono impegnato il più possibile a vedere i miei film in sala proprio per capire quali dinamiche (gag, scene) funzionano meglio. E’ stato stupefacente: ho scoperto che alcune scene che in fase di scrittura o sul set mi sembravano superflue o, peggio, esagerate sono quelle che hanno ottenuto un riscontro positivo dagli spettatori. Ti faccio un esempio, nel mio secondo film (ndr Al Posto Tuo con Luca Argentero) avevo chiesto agli attori di girare una scena con una recitazione sopra le righe che per pochissimo non abbiamo tagliato dal film nell’ultimo montaggio: è stata in assoluto una delle scene che ha riscosso più risate! Perciò ho imparato che in una commedia bisogna saper dosare un po’ di esagerazione per far felici gli spettatori.
Ascolto e rispetto la critica perché mi sprona, come il pubblico, a dare sempre il meglio. A volte, però, è difficile trovare una linea comune sui loro commenti e, naturalmente, è quasi impossibile convincere tutti allo stesso modo. Prendiamo il mio ultimo film in uscita La verità, vi spiego, sull’amore, ho ricevuto critiche molto diverse sul trattamento un po’ pop della prima parte della pellicola dove uso un montaggio ritmato e gioco con la contaminazione tra i linguaggi. Alcuni critici l’hanno apprezzato sottolineando il coraggio di scegliere un approccio fuori dagli schemi, altri non ne hanno compreso l’utilità. Io spero di aver girato un film leggero che non mira solo ad intrattenere, ma vuole offrire anche degli spunti di riflessione, portando lo spettatore a fare uno slalom tra le emozioni. Le mie scelte stilistiche sono state prese, principalmente, per tenere la narrazione vicina all’origine di tutto, ovvero, il blog di Enrica Tesio.
Infatti, La verità, vi spiego, sull’amore racconta esperienze vissute dalla scrittrice Enrica Tesio, che lei stessa ha sottoposto prima al filtro di internet e poi della carta stampata. Come vi siete approcciati per portare la sua storia sul grande schermo?
Eh sì! Gli eventi narrati le sono capitati in prima persona, quindi si può proprio dire ogni riferimento non è casuale!
Federico (ndr Sperindei, lo sceneggiatore) ha fatto team con Enrica per adattare il romanzo al film. Una delle grandi qualità della sua scrittura è che è leggerissima, attenta ed acuta, ma alcune situazioni che lei racconta sono difficilmente traducibili in immagini perciò, prima di tutto, è stato fatto un lavoro sulla struttura cinematografica. Inoltre, come sempre accade passando da un libro ad un film, abbiamo dovuto a nostro malincuore fare una riduzione di alcune scene spassosissime come, per esempio, la descrizione delle mamme al parco che era molto più estesa e includeva anche i papà. Sono davvero soddisfatto dell’idea di far raccontare la storia a Dora con lo sguardo in macchina, abbattendo la quarta parete, in questo modo ho potuto rendere omaggio al blog dove Enrica si rivolge direttamente al proprio lettore così come Dora allo spettatore.
Sono molti anni che collabori con Ambra, avete girato sia cortometraggi che film lunghi. Come avete lavorato sul ruolo di Dora?
Abbiamo coinvolto Enrica quanto possibile considerando mancanza di tempo e le distanze tra Brescia-Roma, dove risiede Ambra, e Torino, dove abita Enrica. Il rapporto tra me e Ambra è consolidato, lei è un’attrice molto intelligente, e non ti nascondo che ci è capitato sul set di discutere, ma solo per scegliere come raccontare un personaggio vero e credibile, senza farci prendere la mano dalla commedia. Grazie al nostro dialogo abbiamo sempre trovato delle soluzioni di comune accordo che sono state (spero:) vincenti. Oltretutto anche Ambra ha, purtroppo, vissuto una situazione simile per cui era molto coinvolta sia sul piano professionale che personale. Da un lato, la sua esperienza di vita è stata un bene perché in alcune scene c’è un trasporto evidente, ma dall’altro lato non abbiamo voluto esagerare in questa direzione per non sovrapporre la storia di Ambra a quella di Dora.
Anche il resto del cast rappresenta un mix molto ben equilibrato: le donne non sovrastano gli uomini, i personaggi più caratteristi (come le nonne) sono il contorno perfetto…il babysitter/poeta Simone è fantastico. Come hai scelto gli altri attori?
Sono stato fortunatissimo: è un cast meraviglioso! Pur essendo una commedia femminile la nostra volontà è sempre stata quella di non demonizzare i personaggi maschili. Appena ho cominciato a pensare al ruolo di Davide mi è venuto in mente Massimo Poggio, che già conoscevo e sapevo essere la scelta giusta. Non volevamo raccontare il suo personaggio con delle note negative: è semplicemente un uomo probabilmente ancora innamorato, un ottimo padre, ma purtroppo consapevole che le storie possono finire. L’interpretazione di Massimo ha confermato a pieno le mie aspettative.
Edoardo Pesce è stato una bellissima sorpresa! Il ruolo del tato-poeta Simone era veramente complicato da coprire pensando agli attori italiani perché era descritto in maniera buffa (basso e tarchitello), ma avrebbe dovuto anche avere un forte temperamento e conoscere i tempi della commedia. Edoardo ha perfettamente incarnato Simone mantenendo un candore quasi infantile, con una sua simpatia innata. Un personaggio veramente azzeccato e ben abbinato alla brava Carolina Crescentini, ovvero Sara, la migliore amica di Dora e suo opposto speculare visto che ama fare serata ed è sempre vestita in maniera esagerata.
Pia (Engleberth) e Giuliana (De Sio) nel ruolo della mamma di Dora e della mamma di Davide sono state la mia ciliegina sulla torta! Giuliana non faceva cinema da molto tempo e l’ho fortemente voluta sperando che accettasse una parte che è bella ma piccolina. Fortunatamente è stata conquistata dal mio entusiasmo e mi ha regalato un’interpretazione sfavillante. Mi piacerebbe fare uno spin-off con loro due, perché sono le Thelma e Louise del cinema italiano.
Per quanto riguarda il piccolo Pietro siamo stati entusiasti di Gabriele, un bimbo di una professionalità incredibile, sempre spontaneo e preparato. Lavorare con lui è stata una meravigliosa esperienza!
Nel film dimostri il tuo grande amore per il cinema: fai l’occhiolino a diversi generi, riporti sul grande schermo i Gremlins e mi sembra di aver scorto una citazione molto specifica a Harry Ti Presento Sally…ho visto giusto?
Ci sono riferimenti voluti e citazioni che, da amanti del cinema, si inseriscono nella trama quasi involontariamente semplicemente perché sono nella nostra mente ed escono quando meno ce lo aspettiamo! Se ti riferisci alla scena in cui le due protagoniste parlano di spalle mentre intrattengono conversazioni con due ragazzi ad una festa, hai proprio visto giusto! E’ una citazione volutamente riferita ad Harry ti Presento Sally: ti faccio i miei complimenti perché sei l’unica ad averla notato (ndr ho visto il film con Meg Ryan solo un milione di volte:)))).
Quali commedie romantiche secondo te riescono a raccontare la verità sull’amore?
Prima di tutto, dobbiamo definire che tipo d’amore….quello che ti fa sentire le campane ogni volta che dai un bacio…l’amore tra madre e figlio…ci sono tantissimi film che raccontano l’amore in maniera credibile e suggerendo delle verità. Nel nostro caso, naturalmente, il titolo è una provocazione, non abbiamo la presunzione di spiegare LA VERITA’, vogliamo dare degli spunti e raccontare diverse verità su alcuni tipi di amore. Per esempio..l’amore all’interno di una coppia può avere una scadenza, mentre l’amore per i figli non finirà mai, questa è una verità…l’amore può essere diretto anche ad un tuo opposto, come l’amicizia tra Dora e Sara che sulla carta non potrebbero essere amiche…l’amore/rivalità tra le due nonne che in realtà si vogliono un gran bene, ma devono “mettere in scena” la classica competizione…abbiamo svelato un po’ di SFUMATURE dell’amore.
Ho letto che Enrica per festeggiare il primo ciak ha mangiato del gelato con i suoi bambini. Tu come festeggi, gastronomicamente, le riprese di un film?
Devi sapere che abbiamo girato in parte a Roma (gli interni e le scene al mare) e in parte a Torino. Io avevo perso dei chili prima di iniziare il film, ma a Roma li ho ripresi tutti! Venendo da Milano, come la costumista (ndr Alessandra Robbiati), abbiamo preso in affitto una casa e tutte le sere siamo andati a mangiare fuori. Non c’è, infatti, niente di meglio alla fine di una giornata di riprese, che mettere le gambe sotto al tavolo e godere della tradizione culinaria romana mangiandosi una cacio e pepe o una cicorietta ripassata. Naturalmente, anche nelle due settimane di permanenza a Torino abbiamo gustato la cucina torinese e io ho scoperto di essere totalmente dipendente dal bonet, una specie di budino a base di amaretti e di cacao: è stata la droga culinaria delle nostre serate torinesi! Hai capito adesso dove ho ripreso tutti i chili persi???
Fantastico: la tua novella dipendenza per il bonet torinese mi ispira il piatto da abbinare a La verità, vi spiego, sull’amore. Troverò per te la ricetta perfetta!
E al cinema, cosa ti crea dipendenza?
Il cinema stesso: sia consumato in sala che in home video. Credo che il mercato dei DVD sopravviva grazie a me, visto che ne compro in quantità industriali! E ti confesso una cosa: non riesco smettere…la mia passione si autoalimenta…più vedo film più ne voglio vedere, più compro DVD più ne comprerei, anche se non so più dove metterli.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Mi piacerebbe, ovviamente, fare subito un altro film perché anche il set crea dipendenza. Non riesco a starne lontano per molto. Abbiamo girato La verità, vi spiego, sull’amore a luglio e già sto scalpitando, ma i progetti che ho in mente adesso sono ancora in fase embrionale quindi ci vorrà un po’ di tempo per il prossimo ciak. Spero non troppo!